
Le urla contro Oliverio non sono state solo quelle dei giovani dei centri sociali e delle organizzazioni studentesche e degli ambientalisti ed antagonisti, ma di tutta la piazza. Una piazza che ha dimostrato di aver ben capito dei silenzi che i politici, tutti i politici, hanno mantenuto per 19 anni su questa sporca vicenda. Non c'era nessun senso di provocazione ma di consapevolezza. Non un solo fischio è partito contro l'assessore regionale Greco nè contro Sergio Genco della CGIL, a dimostrazione che la piazza era ben cosciente e ben capace di distinguere le persone e le responsabilità. Non è stato qualunquismo politico, come qualcuno si è subito affrettato a dire, ma rabbia cosciente verso quel mondo politico, che in quel momento era rappresentato da Oliverio. Un corteo cosciente e determinato che ha cacciato dalle proprie fila relegandole in coda o addirittura mettendoli fuori dalla manifestazione, personaggi come l'ex assessore Diego Tommasi fischiato e sbeffeggiato al suo passaggio davanti gli ambientalisti del tirreno che qualche anno fa lui da assessore all'ambiente della regione Calabria tacciò come allarmisti, e il signor ferrite di Zinco, Sergio Stancato che aveva avuto il coraggio , barbaro , di presentarsi nel corteo. Lui che venne arrestato nel 1989 per aver contribuito da assessore all'ambiente di una giunta di centro destra a far sotterrare tonnellate di ferriti di zinco nella sibaritide. Nel corteo di Amantea, in tutte le sue componenti, da quelle dell'associazionismo a quelle dell'area antagonista , si è ampiamente evidenziata una grande maturità, e capacità di comprendere i pericoli che stiamo attraversando nei nostri territori abbandonati da una classe politica incapace di vedere quali siano le vere problematiche. Da Amantea in poi , sono certo che niente sarà come prima.
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